Lavorare con un proprio sogno

Suggerimenti su come scrivere il proprio sogno sul diario

Creare 3 sezioni distinte:

1° sezione: Testo del sogno

  • segnare la data (o se si riporta un sogno vecchio, indicare il periodo)
  • dare un titolo al sogno, come lo si darebbe ad una storia
  • scrivere il sogno al tempo presente (come ripercorrendone le scene)

2° sezione: Note

Nelle note aggiuntive è possibile riportare una serie di informazioni:

-i dettagli e le specifiche dei luoghi e dei personaggi del sogno (ovvero tutti quei particolari che riporteremmo a qualcuno per guidarlo all’interno del racconto del sogno);

3° sezione: Lavoro con il sogno

Qui possiamo riportare le nostre associazioni e delle considerazioni particolari e generali sul sogno (cosa evoca e che senso ha per noi): sembra suggerirci qualcosa, ci invita a cambiare prospettiva, sottolinea l’esistenza di un problema o di una risorsa, è un “esercizio” di problem solving, ci dà sollievo e conforto?

Primo step:

  • descrivere con delle parole-chiave le caratteristiche principali dei personaggi del sogno; se realmente esistenti riportare due-tre parole chiave rispetto a come le abbiamo vissute in sogno, in che rapporti siamo con ognuna, cosa è accaduto di recente con ognuna di esse.

Secondo step:

  • scrivere delle associazioni sugli altri elementi del sogno: ambientazione, oggetti, dinamiche, colori, atmosfera etc.

Terzo step:

  • cercare dei nessi tra eventi e stati d’animo della vita di veglia e ciò che accade (o non accade) nel sogno, considerando il periodo attuale che stiamo attraversando. Quali emozioni e stato d’animo sono dominanti, quali sono le nostre priorità, le sfide e desideri, risorse e difficoltà? E’ utile riflettere sugli avvenimenti salienti del periodo in corso (in generale) e dei giorni precedenti al sogno (in particolare).

Strumenti per lavorare con il sogno

La lettura del proprio sogno può essere favorita da alcune indicazioni:

1. scomporre il sogno in atti secondo la struttura drammatica (cfr. sotto), collocando le diverse scene nella sezione apposita; così è più semplice cogliere il filo narrativo del sogno;

2. una volta individuati i personaggi evidenziare -per ognuno di loro- le caratteristiche salienti (anche tramite emozioni che risuonano, le azioni che compiono, l’aspetto, le intenzioni etc); quando di un personaggio onirico si coglie l’essenza, è più facile “dialogare” con la sua immagine da svegli (ci ricorda qualcuno di conosciuto, ci ricorda noi stessi?);

3. evidenziare azioni, oggetti e simboli, cercando la relazione tra questi elementi e la propria situazione attuale (ci sono alcuni dizionari dei simboli che possono ispirare suggestioni e nessi).

Con questo lavoro sara’ più facile ricostruire una storia e fare associazioni e/o amplificazioni dei contenuti ai fini della lettura del proprio sogno.

La struttura drammatica del sogno  

Secondo Jung il sogno segue un impianto drammatico, rintracciabile nello schema tipico dei miti, dei misteri religiosi e delle fiabe: in questo senso è archetipico, perché è un modello sui cui si struttura e articola una modalità rappresentazionale che non dipende dalla cultura, dall’epoca o dall’etnia che la sviluppa e propone.

Nel caso di sogni complessi è consigliabile classificarne i contenuti, e questo schema è applicabile in ogni caso:

• ambientazione/situazione: luogo, tempo, scenario, dramatis personae (personaggi);

• sviluppo: presentazione del problema, azione che si svolge e forma così l’intreccio;

• peripezia/ostacolo/crisi: rappresentazione della trasformazione, che include però anche la possibilità di una catastrofe;

•  lisi o conclusione: risultato del sogno, conclusione significativa; rappresentazione compensatoria dell’azione onirica.

Da “Il linguaggio dei sogni. Simboli e interpretazioni” di E. C. Whitmont e S. B. Perera, Ed. Astrolabio, pp. 85-87

“La struttura globale del sogno generalmente viene individuata osservando la sequenza in cui compaiono i suoi elementi drammatici di base, che si esprime sinteticamente nella forma del dramma greco classico: esposizione, peripezia, crisi e lisi, che possono tradursi approssimativamente come situazione, sviluppo, crisi e conclusione. 

[…] Quando annotiamo mentalmente il sogno e dialoghiamo con esso per conservarlo nella coscienza spesso tendiamo a ricordarlo nei termini della sua struttura drammatica. Quando lo spirito incontra la dimensione pre-razionale, drammatizza (“On dreams and dreaming” in Dreams in therapy, E. C. Whitmont). Il fatto che si tenda a ricordare i sogni nei termini del dramma che vi si rappresenta è un’espressione della funzione rappresentativa dello strato mitopoietico della nostra psiche. Ciò suggerisce che gli archetipi o le “strutture profonde” dell’organizzazione mentale, che aiutano la coscienza diurna a ricordare e a ordinare gli stati onirici, hanno un’attitudine particolare verso questo tipo di rappresentazione drammatica. 

[…] Anche quando venga ricordata soltanto una singola immagine o un’impressione sensoriale, è possibile esplorarla attraverso le associazioni, le delucidazioni e le amplificazioni per dare corpo e fondamento a quel frammento come indizio o messaggio drammatico di cui si deve trovare il rapporto significativo con la vita del sognatore. Questo processo ha in sè la struttura di una grande opera poliziesca. 

[…] Nel sogno parti della sequenza drammatica possono essere sovrapposte o condensate insieme. Alcuni elementi possono avere una maggiore estensione; altri essere contratti o presentati in forma rudimentale e/o frammentaria. L’esposizione può essere breve o semplicemente allusa da qualche dettaglio. Lo sviluppo può procedere a sbalzi o essere mescolato con la crisi. Questa a sua volta può occupare gran parte dell’azione o essere rappresentata da brevi allusioni. La risoluzione può mancare del tutto o essere sostituita da una catastrofe o una situazione di stallo. Tuttavia al fine di comprendere il sogno è estremamente utile separare e distinguere questi quattro elementi strutturali.

Ogni dramma si apre con una situazione problematica che è portata all’attenzione dello spettatore dall’esposizione, una situazione collocata in una specifica dimensione spazio-temporale con specifici personaggi. Questo elemento formula il tema della rappresentazione e orienta gli spettatori verso la prospettiva dell’autore sul tema stesso. La situazione spesso si riferisce ad un blocco o ad una fissità, e presenta il punto di partenza per lo sviluppo che seguirà. Nel sogno generalmente scopriamo la questione problematica esaminando la situazione d’apertura. Ciò significa esplorare il significato psicologico delle associazioni affettive e delle delucidazioni che sono connesse con la particolare collocazione del sogno nel tempo e nello spazio e con le caratteristiche delle persone presenti e del loro rapporto con il sognatore. Presentare il tema o il problema di cui il sogno tratta è dunque compito dell’esposizione del sogno.

L’esposizione formula il tema. Possiamo paragonarla all’“Oggetto” riportato nell’intestazione di una circolare o una lettera commerciale, che contiene l’argomento fondamentale della comunicazione – ad esempio, appuntamenti, personale, orari o qualunque altra cosa. 

[…] Ribadendo un fatto troppo spesso trascurato, nel sogno la situazione psicologica è rappresentata prevalentemente dalla collocazione geografica in cui il sogno si apre e/o dalla situazione iniziale delle dramatis personae nella scena d’apertura. La comprensione del significato psicologico della situazione ci dirà qual è l’argomento del sogno.”