L’acqua, una cuoca primordiale.

Vittorio Elia-Elena Napoli-Laura Costa- Roberto Risi

L’incontro

17 giugno 2019. Napoli, Campi Flegrei. Fa caldo. Siamo in tre seduti al tavolino di un bar : Laura Costa, Roberto Risi e Dianora Basile.  Adulti ma emozionati come bambini, aspettiamo di incontrare il Prof. Vittorio Elia e la Prof.ssa Elena Napoli. Due tra i maggiori esperti de  I cambiamenti delle Proprietà Chimico-Fisiche delle soluzioni ultra diluite”, per noi moderni “druidi” dell’acqua.

Sappiamo che fanno parte di un vera e propria scuola napoletana di studi sull’acqua. Furono loro nel 1988 a confermare l’esistenza dei cluster scoperti da Emilio Del Giudice, Giuliano Preparata e Giuseppe Vitiello. Sono tuttora in uno scambio scientifico e umano continuo con Gerald Pollack, Luc Montagnier, Massimo Citro ed altri scienziati di fama internazionale. Le loro ricerche hanno contribuito insieme al movimento scientifico mondiale alla scoperta di nuove caratteristiche, qualità e potenzialità dell’acqua, l’elemento più studiato ma il meno conosciuto.

La nostra immaginazione già eccitata da queste loro esperienze, si accende ancor di più nel vederli arrivare: alti uguali, stessa corporatura, lei bionda e lui moro, sorridenti e affabili, avanzano sotto il sole. L’incontro rivela da subito una sintonia, i nostri corpi d’acqua si sono riconosciuti. Chiacchierando procediamo verso il laboratorio, che non sta in una caverna al limitar del bosco che si apre con la parola magica ma in un palazzo con un ascensore che vuole la “monetina”: questo ci continua a conferma che sono druidi contemporanei.

Il Laboratorio

Il loro laboratorio è molto semplice, senza grandi macchinari pieni di lucine e bottoni ma la loro ricerca ha aperto le porte alle scoperte scientifiche del futuro.  I nostri “druidi” ci mostrano molti contenitori di vetro, di plastica, grandi e piccoli. Ognuno di questi è custode di strani solidi all’asciutto, mattoni in ammollo, cotone bagnato e canapa inumidita.  C’è anche uno “strizzatoio” manuale, un liofilizzatore e altri strani strumenti.

Vittorio Elia ha studiato a lungo la termodinamica delle soluzioni acquose di molecole modello di interesse biologico, in particolare con la calorimetria. Negli anni 80 ha cominciato ad indagare l’acqua preparata con i metodi omeopatici. Elena Napoli lo ha affiancato e sostenuto in questo cammino sia come moglie che come preziosa collaboratrice.E’ affascinante osservare la velocità e la destrezza con cui si muove tra i mille dati contenuti in quel computer.  Basta che Vittorio li nomini e lei fa apparire grafici e misurazioni come una genia della lampada e non solo di questa. 

La precisione di Elena fa da contrappunto alla narrazione coinvolgente di Vittorio. Tutto ciò ci trascina nel fantastico mondo della “Matrix of Life” dove l’acqua pare abbia avuto un ruolo molto strategico, che tutt’ora svolge.

Gli esperimenti

Vittorio Esordisce con: “Si è capito che il sistema di queste acque cosiddette perturbate, comprese le medicine omeopatiche, danno all’acqua delle proprietà capaci di prelevare anidride carbonica dall’ambiente e trasformarla in composti organici.”  Bocche aperte, menti scombussolate, sentiamo un fremito, una possibilità. Questa ricerca potrebbe fare luce sul mistero dell’origine della vita?  Vittorio ed Elena si guardano complici, sorridono, muovono la testa e quindi senza rispondere direttamente, ci illustrano gli esperimenti a cui stanno lavorando.

Alcuni materiali, come ad esempio cotone idrofilo, canapa, seta, nafion, sono sottoposti numerose volte a un trattamento che prevede: ammollo in acqua pura, strizzatura, una speciale filtrazione della soluzione ottenuta che alla fine risulta essere priva di ogni residuo, cioè ritorna nuovamente ad essere acqua pura.  Liofilizzandola, cioè facendo evaporare tutta l’acqua, si ottengono quegli strani solidi contenuti nelle ampolle che ci hanno mostrato appena entrati

Conclusioni

“Quindi un’acqua pura che diventa nuovamente pura dopo aver avuto contatti ripetuti con il cotone idrofilo, produce un solido simile al cotone?” Chiediamo ai nostri “druidi”. Elia risponde: “ No, è una cosa totalmente diversa.  Lo dimostrano le analisi elementari col metodo chimico o la termogravimetria. Il prodotto ottenuto è un oggetto completamente diverso dal modello originale.” Per questo Vittori ed Elena ipotizzano che: “Questo sistema di acque perturbate prelevano C02 dall’aria atmosferica per formare composti organici, cioè che contengono atomi di carbonio.”

L’acqua quindi funziona da catalizzatore, cioè da facilitatore di reazioni chimiche, che hanno probabilmente portato alla formazione delle prime molecole organiche sulla terra, fornendo i mattoni per lo sviluppo dei primi organismi viventi. Nelle nostre menti poco scientifiche si accendono relè che ci fanno intuire uno scenario in cui l’acqua si è fatte cuoca e crogiuolo, ha accolto gli ingredienti forniti dall’ambiente primordiale e scuotendosi li ha miscelati per produrre una zuppa ancestrale. Seguendo una misteriosa ricetta l’acqua ha così prodotto gli elementi organici che studiano Vittorio ed Elena.  Con queste e molte altre sapienze ricevute nel cuore e nella mente salutiamo i nostri “druidi contemporanei” e sempre attraverso l’ascensore ritorniamo nel mondo che ora ci appare più reale di prima. Ecco a cosa serve la conoscenza.