PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA A RENATA CALIERI
Un tempo strano è quello attuale, c’è tutto e il contrario di tutto, è possibile dimostrare tutto e il suo contrario con qualche laurea e un po’ di soldi. Al momento, più ne hai e più hai ragione. Per questo l’Omeopatia può essere amata o odiata a seconda del tipo di fazione a cui si aderisce. Ormai sembra che la scienza sia diventata una partita di calcio. Ci sono le squadre, gli allenatori, i tifosi, i bomber, gli sponsor e gli arbitri cornuti. Nel campo della Medicina se la stanno giocando due schieramenti: chi nega l’efficacia dell’Omeopatia, e chi ne è a favore. Aldilà delle pubblicazioni scientifiche e delle prove ormai sotto gli occhi di tutti.
I sistemi complessi cambiano in base a ciò che vivono, guardano, ascoltano, mangiano, amano e a come sono amati. Risuoniamo con ciò che ci circonda. Lo stesso avviene all’acqua e col suo tramite. Noi siamo una forma d’acqua: siamo per il 99% molecole di acqua biologica. Ciò che accade a noi, accade a lei. Noi siamo la prova diretta di come è impressa dalle cose con cui entra in relazione.
Può quindi essere che un’acqua che ha incontrato una pietra, un fiore o una sostanza, ne serbi il ricordo e anche le impressioni? Capita a noi, capita al nostro cane, capita alle piante: capita perché il portatore di questo messaggio è la semplice acqua informata, prodigioso mezzo di comunicazione nei sistemi biologici complessi, come ampiamente dimostrato degli esperimenti in tutto il mondo della Ricerca.
Abbiamo intervistato un’appassionata giocatrice di questa centenaria partita: Renata Calieri, Farmacista. Scesa in campo oltre trenta anni fa e ancora capace di dribblare e scattare in avanti in contropiede. In questo primo estratto ci parlerà di Hahnemann, il padre dell’Omeopatia, del suo innovativo e geniale metodo sperimentale, anticipatore dei tempi e della moderna ricerca scientifica, e del ruolo centrale che l’acqua ha in questa meravigliosa disciplina.
Seguiteci anche nella seconda parte di questa piacevole chiacchierata!