Idroviaggio al tempio di Sari Salltik (Albania)

CON ROBERTO RISI E RENATA CALIERI

Sulla cima del monte Sari Salltik in Albania, c’è il tempio omonimo dei Bektashi. I Bektashi sono una confraternita islamica sufi di derivazione sciita. La vita religiosa dei Bektashi ruota attorno alle teqqe, i luoghi di culto dove i fedeli si ritrovano a pregare. Sono sprovviste di minareti e la loro liturgia è unica per uomini e donne. Sari Salltik fu uno dei missionari turchi che portarono il culto in Albania intorno al XIV° secolo. Il tempio di cui stiamo parlando è in realtà una grotta. Si trova nei pressi di Kruje che è la città simbolo dell’eroe albanese Skanderbeg, fondatore della patria albanese.

Pellegrini in attesa di entrare alla Teqqe

Pellegrinaggio

Questo luogo è ancora adesso meta di pellegrinaggio. Fu proprio la lunga fila di persone ad attirare la nostra attenzione. Durante una gita senza meta sulla montagna che si erge dietro alla città di Kruje imboccammo una strada che si interrompeva bruscamente. Sotto si intravvedeva un sacco di gente che ordinatamente procedeva su una scala che scendeva lungo la parete rocciosa. Ci accodammo. Eccoci pellegrini inconsapevoli avvolti da una vista meravigliosa.

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Mare Adriatico visto dal monte Sari Salltik
Monte Sari Salltik e le ombre dei pellegrini

Verso dove?

Pur non sapendo dove stavamo andando e non capendo nulla della lingua albanese, l’atmosfera, l’atteggiamento delle persone ci ha ispirato sacralità. Quindi il luogo verso cui eravamo diretti era sicuramente sacro. Poco importa chi preghi, in quale lingua lo fai, a quale religione appartieni. Il sentire dell’uomo che si rivolge al divino è universale.

Ingresso alla Teqqe Sari Salltik

I riti

Tutti i riti partono con una preparazione. La scelta del luogo è importante. Più è ispirante meglio è. Per questo i templi sono costruiti spesso in luoghi particolari. Per entrare in contatto con il divino poi ci sono azioni che servono a trovare il giusto assetto. Lavarsi, cantare, camminare, pregare servono a sgombrare la mente dal quotidiano. Questo ti permette di attraversare la porta. Tutti i templi infatti hanno una porta, anche solo disegnata a terra o immaginata. Attraversare la porta significa passare dal sacro al profano, dal fuori al dentro, dal noto all’ignoto, dal finito all’infinito.

Interno della Teqqe Sari Saltik

Il fuoco è sempre presente o in forma di candela, di bracere o semplicemente rappresanto. Il fuoco rappresenta il calore, l’intimità, l’ardore della dimensione spirituale che brucia e forgia.

Le nostre due candele

Al fuoco si accompagna sempre l’acqua. Simbolo di purezza, trasparenza e fluidità. L’acqua rappresenta la dimensione del divino che genera, purifica e consola. Infatti anche qui troviamo una fonte di acqua sacra, come vicino ad ogni tempio, chiesa o teqqe.

L’acqua sacra di Sari Salltik