Alessandra Montanari

Sono Alessandra, se volete farmi felice, regalatemi delle matite, dei pennarelli, dei pennelli e dei colori.

Scarabocchiare è la mia cifra stilistica, il risultato lo chiamo “biri-biri”.

Il mio soggetto preferito è l’albero, solo o in comunità.

Lo scarobocchio si evolve e diventa illustrazione. Affiancato agli appunti universitari, in particolare schizzi di famiglie di funghi durante il corso di Micologia, è diventato fonte di lavoro, l’inizio di una lunga collaborazione come illustratrice.

Sempre lui (lo scarabocchio) affiancato alle parole mi ha permesso di schematizzare e organizzare gli studi e gli esperimenti per redigere la tesi di laurea. Durante questa elaborazione ho incontrato un piccolo elaboratore di dati che ha stimolato la mia curiosità verso questa tecnologia. Ho scoperto i computer, come si programmano e come possano aiutare a “sistemare” le cose a dare un ordine a elaborare.

Poi un nuovo salto, verso la natura e l’ambiente. Ritorna l’amato scarabocchio che unito alla tecnologia si trasferisce nel web. La passione per gli alberi nel frattempo si allarga a tutto il mondo vegetale e approda a Londra, al Kew Garden, dove un corso di illustrazione botanica dà un senso al mio segno, lo definisce e lo colora.

L’illustrazione diventa arte, parte dalla Scuola libera del nudo, dall’incisone e si nutre di studi sull’arte, in particolare l’arte contemporanea, l’arte pubblica. Un progetto nato come una sfida “Oltre il giardino” mi ha permesso di sperimentarmi in una installazione. L’incontro con la musica, sempre amata, ma mai praticata ha allargato le possibilità di espressione. A questo punto tutto si fonde e mi dà la possibilità di comunicare e condividere la mia passione per il mondo vegetale con il pubblico dell’arte. Anche l’illustrazione e la tecnologia si compenetrano attraverso i programmi grafici. Lo scarabocchio passa dalla matita al mouse. I miei interessi si allargano al “sociale” all’incontro con gli altri che si concretizza in un’associazione per la cura del territorio e in particolare ad un piccolo spazio verde in cui sperimentare nuove modalità di fare giardino, di osservare le piccole piante vagabonde e di cercare di farle convivere con altre piante seminate o trapiantate. L’incontro con gli altri si fa più spontaneo e perde timidezza grazie all’incontro con la Biodanza e un laboratorio di teatro comico. Queste esperienze mi hanno liberato e reso più facile e “naturale” il rapportarmi con gli altri e mi hanno permesso l’incontro  con un pubblico complesso, i bambini, attraverso laboratori didattici. Il lavoro in gruppo, in contatto e condivisione con altri professionisti approda infine al Coworking del sé l’esplorazione del sé mio e degli altri da tutte le mie esperienza una connotazione di leggerezza, cura, benessere… e l’avventura continua.