La luce nell’acqua

DI LAURA COSTA E ROBERTO RISI

Pollack e la quarta fase dell’acqua

Qual è la differenza tra un’acqua di rubinetto e un’acqua sorgiva? Tra un’acqua viva e un’acqua morta? La sua struttura. La fluidità non farebbe pensare che essa ha un’organizzazione al suo interno. Negli ultimi anni molti scienziati hanno dimostrato l’esistenza di una struttura bifasica all’interno dell’acqua. Una parte è costituita da molecole libere, l’altra da molecole organizzate in strutture dimensionali detti “cluster”. Questi ultimi, uniti tra loro, creano strati a nido d’ape che si sovrappongono costituendo la cosiddetta “quarta fase dell’acqua” o “Exclusion Zone” come l’ha chiamata Gerald Pollack. Altri la chiamano acqua informata, acqua strutturata, acqua viva, acqua plasmatica…

a sinistra un cluster, a destra l’acqua libera

Acqua strutturata

Pollack nei suoi studi ne ha definito la struttura e le numerose proprietà che ha esposto nel suo libro “La quarta fase dell’acqua”. L’acqua strutturata ha le caratteristiche di un gel, una via di mezzo tra il ghiaccio e l’acqua liquida simile a uno stato plasmatico. Questo le permette di mantenere una forma e quindi creare uno spazio tra l’acqua libera, cioè non strutturata, il suo contenitore e l’aria.

Exclusion Zone
Exclusion Zone

Crea un “comodo cuscino” grazie al quale i processi biologici vengono facilitati. Infatti l’acqua delle nostre cellule e dei nostri tessuti è tutta acqua plasmatica. Per questo a noi di Informadacqua ci piace pensare agli esseri viventi come a budini di varie forme, colori e dimensioni.

Catturafotoni

Un’altra proprietà dell’EZ, cioè dell’acqua strutturata o informata, è quella di catturare energia dall’esterno, soprattutto luminosa e di conservarla. Quindi le nostre fantastiche cellette di cluster sono anche dei “catturafotoni”. Catturano, come ha scoperto Gerald Pollack, soprattutto quelli con la lunghezza d’onda di 270 nanometri. Quindi per sapere quanta EZ c’è in campione d’acqua, si fa un’analisi spettrografica per misurarne l’assorbimento della luce con la lunghezza d’onda di 270 nanometri.

Ristrutturiamoci l’acqua

L’EZ si fa notare nella fascia dei 270 nanometri, ma gode con gli infrarossi che ne aumentano la quantità e rinforzano la sua struttura. Esporsi ai raggi solari aumenta la quantità di EZ nei tessuti e nelle cellule. Di ciò erano già consapevoli nell’antichità. Nella Medicina Tradizionale Cinese si usa spesso trattare i punti di agopuntura con la tecnica della Moxa. Si usa l’Artemisia, un’erba particolare che viene seccata e pressata in forma di coni oppure carbonizzata per creare dei piccoli cilindri. Si accendono in corrispondenza del punto da trattare che sarà scaldato. I raggi ultravioletti inducono quindi un cambiamento nei liquidi intra ed extracellulari modificando l’acqua nei pressi del punto e portando il segnale lungo le fasce muscolari in tutto il corpo come dice il Maestro di Medicina Giapponese Stephen Birch.