Incredibile Acqua – Lo stupore di Vittorio Elia.

DI LAURA COSTA E ROBERTO RISI

Vittorio Elia osserva con stupore la provetta vuota. Dentro era contenuta dell’acqua perturbata. Qualcuno l’aveva lasciata aperta. L’acqua era evaporata. Incredibilmente ora c’è un residuo imprevisto e poco identificabile. Quella materia, dopo numerosi approfondimenti ed esperimenti, prenderà il nome di Xerosidrile. Per ora nella mente di Elia c’è solo un’affermazione: “Tu non dovresti essere qui! L’acqua era bidistillata e priva di impurità.” A ruota seguono le domande: “Come è possibile che tu ci sia e cosa sei?”

Andiamo per gradi….

C’era una volta un giovane aviatore, pilota di prima classe, paracadutista e ricercatore universitario. Si chiama Vittorio Elia, diventato poi professore di chimico-fisica e di elettrochimica dell’Università Federico II di Napoli e che ha sposato una bella donna: Elena Napoli. Fidanzata, compagna, moglie, madre e ora anche fondamentale collaboratrice. Sono insieme quando quella provetta porta dubbi nelle loro menti.

Vittorio ed Elena stavano indagando i cambiamenti delle proprietà chimico-fisiche dell’acqua attraverso il processo delle ultra-diluizioni, cioè le soluzioni omeopatiche. Il “topo di laboratorio” Vittorio Elia stava osservando come le ripetute succussioni e diluizioni cambiassero i parametri chimico-fisici dell’acqua. Una delle caratteristiche fondamentali di un buon topo di laboratorio è la pazienza. Misurare, riportare dati, verificare, confrontare, essere preciso nella ripetizione dei processi sono fondamentali. Tutto deve essere ripetibile da chiunque e dare gli stessi risultati per potersi definire un risultato scientifico. Giobbe di pazienza ne aveva, ma Vittorio è riuscito a superarlo. Cinquanta sono i lavori pubblicati su riviste scientifiche che dimostrano come l’acqua che ha subito il processo di preparazione omeopatica è diversa da quella di partenza.

Il misterioso contenuto.

Quella provetta e il suo misterioso contenuto avrebbero dato il via a una nuova avventurosa ricerca. Questa aiuterà a far luce sul ruolo dell’acqua alle origini della vita, in quei primi istanti della formazione della materia biologica. Vittorio sa che ci possono essere residui di vetro nelle provette che contengono acqua bidistillata, ma la quantità che ora osserva è enormemente maggiore. Quindi non sono residui quelli in fondo alla boccetta.

Ora Vittorio guarda quei contenitori di acqua perturbata a cui sta lavorando e si chiede: “Già sei magica nel momento in cui, dopo semplici operazioni di bagnasciuga o di scuotimento, cambi le tue proprietà chimico-fisiche (pH e conducibilità elettrica). Cos’altro nascondi al tuo interno? Quali altre sorprese mi farai? Adesso dovrei credere che produci pure materia? Ti concio io, che la sfida abbia inizio.” Da quel momento l’acqua prodotta nei suoi esperimenti verrà sottoposta a nuove indagini e processi. Innanzitutto viene regolarmente liofilizzata e regolarmente produce materia. Una materia che Vittorio Elia farà difficoltà a riconoscere e a comprendere.

xerosidrile

Lo stupore di Vittorio Elia.

E’ veramente complesso per Elia accettare il fatto che l’acqua semplicemente subendo “tipologie di trattamenti di tipo puramente fisico, a bassa energia”, possa diventare creatrice. Inoltre creatrice di una materia completamente diversa dal cotone, cioè il polimero perturbatore. Tante volte ha sottoposto quella sostanza ad esami ripetuti. L’evidenza però era sotto i suoi occhi. Il residuo ottenuto si scioglieva in acqua e il cotone no. Ha avuto difficoltà lo scienziato Elia, autore degli esperimenti, ad accogliere questa evidenza. Quindi si può comprendere come questo risultato alla maggior parte delle persone possa sembrare impossibile. Quasi al limite della stregoneria.

Conclusioni.

Accettata la creatura, si consultò con Elena per dargli un nome. La chiamarono Xerosidrile. “Materia fatta d’acqua secca”. Dal greco antico Xeros (secco) – Idro (acqua) – Yle (materia).L’incontro tra lo Xerosidrile e Vittorio Elia ha fatto emergere la necessità di un cambio di paradigma, cioè uno sguardo nuovo. A partire da Elia, lo Xerosidrile ha imposto al comune mortale e allo scienziato di aprirsi a nuove visioni. Inoltre, andando nello specifico, le analisi fatte sullo Xerosidrile hanno mostrato il limite degli strumenti impiegati. Da ciò nascerebbe il bisogno di ridiscutere alcuni assunti ritenuti fino ad ora inviolabili tra i chimici. Poter far questo richiederebbe libertà di pensiero, ricerca e discussione. Il dubbio e il diritto a poter dubitare dovrebbero essere nell’animo di ogni scienziato e di ogni essere umano. Solo così si può servire la Conoscenza. Ad oggi invece sono tante le logiche e gli interessi che imbrigliano queste discussioni. Si inaridisce così il campo della ricerca, impedendo alle nuove scoperte di germogliare.

Un auspicio.

Che la costanza che ha avuto lo Xerosidrile nel farsi riconoscere dal suo scopritore sia d’esempio a tutte le scoperte che vorranno palesarsi togliendo i paraocchi ai loro scopritori.