Raccolta Acqua nei Sogni durante il lockdown

“L’acqua è delle origini. Da acque mitologiche originò l’universo, da acque oceaniche affiorarono le terre emerse, in acque marine si formò la vita, in acquosità uterine si sviluppa il feto, in brodi di coltura crescono colonie biologiche. Eraclito assunse l’immagine di un fiume a esprimere l’universale fluire dell’esistenza: panta rei, tutto scorre nella vita e in ciò che è vivo”.

Da “Gli Arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi” di C. Widmann

L’APERTURA DELLE ACQUE

“In uno spazio indefinito, come in un paesaggio senza vegetazione di un altro pianeta, vedo due bambini, un maschio e una femmina, di circa 6-7 anni. Intorno non c’é nulla. La luce e’ quella del giorno, ma di un giorno non pieno, una luce indiretta, senza essere crepuscolare. I due bambini mangiano del cibo di cui hanno una piccola scorta in tasca (non vedo che forma ha) che provoca cambiamenti fisici in altezza, grandezza e altri aspetti. Sembra stiano mangiando il fungo del Brucaliffo. Dopo alcune trasformazioni di misure in altezza e grandezza, il bambino diventa piccolo piccolo, mentre la femmina ha le sembianze di un gigante (seppur proporzionata nelle forme) e dice al bambino “oh guarda, ora ho due pinne” guardandosi le gambe con il busto ruotato e non senza una certa sorpresa. Le pinne sono celestino-bianche e funzionano ancora come due gambe, ci sta in piedi. Ora la bambina ha le fattezze di una donna.

Detto questo la luce cambia, si fa più notturna, ma c’è ancora molta visibilità. La donna gigante sirena si muove in direzione sinistra, con molta decisione, come sapendo cosa fare. Nell’avanzare fa un gesto con il braccio destro: lo porta dal centro del petto e con un movimento ad arco, in parallelo verso l’esterno, lo apre fino a stenderlo. Con questo gesto le acque del mare si aprono appena intorno a lei, e ad ogni passo successivo le acque si estendono a formare l’oceano fino ad occupare tutto lo spazio vuoto.

Dopo la prima creazione delle acque lo spirito di Nettuno, di colore azzurro tenue, compare e si inserisce nell’acqua che cinge la bambina, per poi immergersi del tutto. Una terza figura, forse il bambino trasformato in uomo, cammina alla destra della donna, con uno scettro tenuto con la mano destra”.

Note della sognatrice: in questo periodo (lockdown) ho ripreso a meditare sulle immagini e i significati degli Arcani Maggiori e si è ridestato un vivo interesse per la psicologia archetipica di J. Hillman.

La spiaggia

“Sto camminando lungo la spiaggia, è una bella giornata di sole. Mentre procedo mi rendo conto che tra il mare e il pendio alla mia sinistra lo spazio diminuisce sempre di più, fino a che mi ritrovo a camminare nell’acqua, inizialmente bassa e trasparente. Andando ancora avanti il cielo si fa nuvolo e inizia il vento, come se stesse per arrivare una tempesta, e l’acqua di conseguenza diventa più mossa e plumbea, nel riflettere il cielo. Ora sto letteralmente camminando con l’acqua fino al petto, e non senza una certa fatica; e alla mia sinistra ci sono dei massi e poco sopra la vegetazione. Devo procedere, non posso tornare indietro e capisco che la cosa migliore è affidarmi al movimento delle acque, in modo che la corrente possa portarmi poco più avanti nei pressi del molo, a terra”.

Note della sognatrice: in questo periodo sogno spesso di camminare nel mare.

Il gabbiano

“Sono un gabbiano dalle ali forti, volo nel cielo limpido sopra al mare poi mi distacco dallo stormo per planare sulla spiaggia deserta e mettermi a prendere il sole, steso in modo un po’ bizzarro sul dorso”.

Note della sognatrice: sogno del 28 marzo 2020.

Camminare nel mare

“Sto risalendo la costa adriatica verso nord, cammino nel mare; c’è una bellissima luce simil crepuscolare e l’acqua è calda e avvolgente, mi arriva fino all’anca. Non faccio fatica, mi muovo come se camminassi nell’aria, non c’è resistenza”.

Note della sognatrice: come sopra.

Delfini che giocano

“Sto guardando il castello di Miramare. Lo vedo come è ritratto in una foto vista il giorno stesso, immagine in cui un delfino salta nell’acqua al tramonto. I delfini ora sembrano essere più di uno, forse due o tre, non li distinguo a sufficienza; la realtà si mescola al ricordo della foto. Ora assisto ad un salto completo di uno di loro, poi i delfini sembrano essersi messi in fila e mostrano le code (non del tutto distese), che emergono dall’acqua. Si spostano a destra e a sinistra e uno di loro viene verso di me. Scena difficile da descrivere a parole: il delfino venendomi incontro dall’altro sembra passarmi di fianco, poi sotto di me e poi “attraversarmi” (come fosse di una natura non concreta). Vedo come il suo corpo riesce a modellare la superficie dell’acqua e ne percepisco il movimento; sono emozionato”.

Note del sognatore. L’arrivo del delfino non lo vivo come pericolo ma con quello stupore sublime che ti emoziona e ti tende un attimo. In questi giorni (emergenza Covid, ndr) è successo di tutto. Ho fatto le valige e sono andato via di casa da un momento all’altro, ho iniziato a lavorare in un reparto di persone positive al virus (sono infermiere) e ho visto le sofferenze di colleghe anziane sotto stress e un caso di suicidio in reparto. La sera precedente, prima di addormentarmi, valutavo l’idea di andare a lavorare a Bergamo e avevo paura di essere come un bimbo che gioca con il fuoco, e ho pensato che non voglio bruciarmi.

Delfini nel canale

“Sono a Sibari con la mia famiglia e stiamo per andare via dalla spiaggia, quando ecco che sento il verso del delfino. Ne arriva uno proprio sotto i nostri piedi, sono felicissimo; ne arriva un altro ancora. Mia sorella si butta in acqua e prende confidenza con uno dei delfini; io sento la paura dei miei familiari per la sua incolumità. Poi mi rendo conto che subentra un’atmosfera di tranquillità e allora mi butto anche io e ci gioco. Questo delfino mi porta giù e dopo un po’ mi manca l’aria e ho bisogno di salire; allora provo a farmi portare su ma il delfino non mi asseconda. Ora però riesco a respirare sott’acqua, ma senza provare grande stupore, solo un sollievo. Il delfino quando si ferma è come se cambiasse consistenza. Si parcheggia in verticale alle pareti del canale come fosse un pesce pulitore. Ora sono in fondo al canale e mi trovo in un locale, con le tubature, come se fosse quello di una piscina.”

Note (stesso sognatore del sogno precedente): penso che siamo proprio a Sibari perché è un posto di mare dove andiamo di solito con la mia famiglia e c’è un canale che si stringe e la spiaggia di sabbia.

La laguna e i serpenti

“Sto camminando in una laguna e ci sono dei serpenti che nuotano sulla superficie dell’acqua. Non ne vedo mai più di uno alla volta. Non è una situazione “apocalittica”, i serpenti non sono interessati a me ma non mi fa neanche piacere vederli; siamo in acqua torbida, di una cinquantina di metri. Ma riesco ad attraversarla e mio padre e un altro uomo mi precedono, quindi mi sento tranquillo.”

Note (stesso sognatore del sogno precedente): in questi giorni ho risentito una ragazza con cui avevo avuto una relazione tempo fa.

La barca bianca

“…non ho un ricordo preciso dell’inizio…mi ritrovo su di una barchetta bianca, piccola, di quelle però che hanno la cambusa. Accanto a me c’è mia mamma (sarà perché sono figlia unica ma spesso nei miei sogni mi porto dietro i miei genitori…in questo caso ricordo che c’era lei solamente)..la barchetta procede tranquilla su questa distesa di acqua immensa…calma…limpida e sopra di noi un cielo azzurro…in lontananza vediamo altre imbarcazioni più grandi…con tanta gente a bordo…queste persone sono vestite a festa, sono truccate, ascoltano musica, fanno chiasso…io e mamma iniziamo a salutare perché riconosciamo mia nipote C. (che ad agosto compie 18anni) vestita di rosso…ma lei non ci vede e non ci saluta…io e mamma ci rimaniamo male ma proseguiamo sulla nostra rotta…quello che mi colpisce è che non navighiamo tutte nella stessa direzione…la barca della festa si allontana da noi e sembra andare verso una tempesta…noi continuiamo a guardare davanti a noi e in quel momento arriva una leggera brezza…”.

Note della sognatrice: erano i primi giorni in cui si scoprivano i casi di Covid-19, a Milano avevano già chiuso i teatri e le scuole…serpeggiava un inizio di paura.

Farfalle

“Sono in un appartamento, l’interno non me lo ricordo ma ho la sensazione che sia il nostro precedente appartamento…c’è una porta finestra che si apre su di un piccolo balconcino…sopra il balcone una pianta illuminata dal sole…la casa si trova ad un piano basso (mentre dove abitavamo noi era al sesto piano) ma quello che noto è che la strada dove è costruita è in pendenza…come in quei carruggi liguri dove le strade sono in discesa…mi giro a sinistra e vedo il mare…un mare con onde lunghe che portano via le macchine…sopra il mare c’è un cielo grigio…io sono dentro l’appartamento e guardo fuori…sono insieme ad una mia amica e le dico ‘vedi fin dove è arrivato il mare, ancora poco e si fermerà la sua distruzione, lasciamo che si prenda ciò che deve…dove siamo noi c’è il sole e infatti la piantina è illuminata…vediamo arrivare due farfalle, una bianca e una gialla, che svolazzano allegramente intorno alla pianta…siamo serene e sembra che il mare si ritiri….improvvisamente sentiamo un boato e la stradina in pendenza si riempie di un’onda di fango e acqua…è un’acqua marrone piena di sassi con una potenza distruttiva…lambisce il balconcino e io mi spavento per la pianta e le farfalle…ma loro non vengono toccate…la massa d’acqua passa sotto al balcone…va a finire in mare e poi si esaurisce…”.

Note (stessa del sogno precedente): sogno fatto il 10 marzo 2020. Ho la sensazione che il balconcino rappresenti la guarigione da questo periodo e l’onda d’acqua l’ultimo colpo che dovremo subire dall’infezione in corso ma credo che riusciremo a venirne fuori…se rimaniamo in casa…come siamo rimaste io e la mia amica…e il sole ci baciava…e la pianta e le farfalle rappresentano probabilmente la natura intorno a noi che darà speranza.

Emozioni forti

“Sono in Cina e mi portano in Spagna per mettermi in “prigione” in un idrovolante, lotto e riesco a scappare, non sono preoccupata né spaventata, esco dall’idrovolante e arriva A. in macchina e improvvisamente ci troviamo dalle nostre parti e inizia a piovere. Siamo a casa sua, apparecchiamo una tavola da pranzo per molte persone; io vedo due lupi dalla finestra della cucina, chiamo A. per farglieli vedere e ne arrivano altri cinque o sei ma questi sono mezzi cani. Ora sono qui davanti a noi tra la legna, tranquilli a cuccia. Nella casa ci sono delle ragazze straniere che A. sta ospitando e prima di pranzo esco per accompagnare una di loro, che era appena arrivata, per aiutarla a familiarizzare con il posto”.

Note della sognatrice: sono tornata a casa da i miei per passare questo periodo, dopo tre anni che non vivevo più a casa e li vedevo molto poco.

Respirare in apnea

“Sono con degli amici e stiamo andando in vacanza al mare. Arriviamo nella casa che abbiamo preso in affitto, è una casa sott’acqua. Entriamo e facciamo un giro per vederla: possiamo camminare sul fondo del mare e respirare normalmente. Io e altri due ragazzi usciamo dal retro della casa e ci troviamo su delle rocce in mezzo all’oceano, fuori dall’acqua; qui troviamo una bambina piccola -di 3/4 anni- che non può respirare sott’acqua. I due ragazzi cominciano a schizzarla, io la proteggo; sulle rocce dove siamo ogni poco arrivano onde che ci bagnano, allora io tengo la bambina fuori dall’acqua con le braccia tese in alto per evitare che si bagni.

Poi però arriva un’onda più grande delle altre e lei rimane più tempo sott’acqua: sta per affogare, riesco a farle prendere pochi secondi d’aria ma la forza delle onde ma l’ha portata via. Io e mia sorella più grande vediamo una paperella gonfiabile in mezzo all’oceano e pensando che fosse della bambina

-e che lei fosse lì sopra- nuotiamo fino alla paperella ma la bambina non c’è. Allora scendiamo negli abissi, è buio ma troviamo una caverna ed entriamo: qui c’è aria, esco dall’acqua e vedo la bambina. Ora è più grande, ha circa 6 anni ed è tutta sporca. Ci guarda e si sta per infilare in una caverna allora io la chiamo “Aurora” e lei si ferma e mi guarda; mia sorella va da lei ed entrano insieme in una caverna dove ci sono altre persone/esseri e non mi piace per niente come situazione. All’improvviso appare davanti a me un essere mostruoso con un esercito di cavalli e cavalieri alle spalle, e accanto a me appare una ragazza mezza sirena, anche lei oscura. Vedo i cavalieri e dico loro: “voi siete uomini, che fate qua?” e appena finisco la frase si immergono tutti in acqua insieme ai cavalli e spariscono; il mostro se n’è andato e rimane solo la sirena che mi tenta e mi dice di entrare nella caverna, io però non voglio; mia sorella e la bambina Aurora non escono e io sono preoccupata, vedo dei movimenti strani. Poi finalmente escono dalla caverna e ora Aurora è adolescente e ha i capelli lunghi e neri: non parla fa solo facce e versi strani, scuri, mostruosi, ed esce con la sua gemella identica ma bionda. Cambio di scena le vedo davanti a casa della madre, le sorelle l’hanno uccisa”.

Note (stessa sognatrice del sogno precedente): come sopra.

Tsunami

“Mi trovo sotto una scogliera di roccia nera, sto camminando su scogli anch’essi neri: sembra quasi roccia vulcanica. Cammino a piedi scalzi tenendo qualcosa in mano, probabilmente le scarpe, e con i pantaloni arrotolati sotto al ginocchio. C’è qualcuno con me: una ragazza, una presenza amica anche se non riesco bene ad identificare chi sia, forse M.. Camminiamo entrambe lungo questa roccia, il cielo è grigio e il mare arrabbiato, anzi direi arrabbiatissimo. Ho una brutta sensazione, quasi una premonizione: so che succederà qualcosa di brutto e non sono tranquilla. Vedo molta schiuma bianca e onde altissime, che si inabissano di nuovo risucchiando tutto ciò che si trova in superficie: il mare non è limpido, ma nero come la roccia su cui cammino. Alla fine degli scogli raggiungiamo una spiaggia e un villaggio; ho la sensazione di essere in qualche paese del Sudest asiatico. Raggiungiamo una casa, forse dove alloggeremo per la nostra vacanza, anche se siamo senza bagaglio. Ci troviamo nella sala principale e le finestre danno sul mare. Mi affaccio e vedo un’onda gigantesca che si sta avvicinando. Non riesco nemmeno a realizzarlo che l’onda si avvicina velocissima e inesorabile: urlo a M. che dobbiamo uscire di corsa, urlo forte e vado in confusione…non so se ne usciremo vive. Sentiamo un rumore forte: è l’impatto dell’acqua contro la casa. Chiudo gli occhi, ma non sento bagnato, non sento freddo: l’acqua non è entrata in casa e noi siamo salve. Non riesco a capacitarmi di come sia possibile. Voglio comunque uscire da qui. Dico a M. che dobbiamo scendere dalla terrazza assolutamente, ma non so perché non penso alle scale. Mi sporgo dalla terrazza e penso a un percorso da fare tra i balconi degli altri appartamenti per riuscire a scendere a terra, ma poi mi volto e vedo una porta finestra che permette di uscire fuori. Chissà perché non l’avevo trovata prima. Allora usciamo e andiamo fuori in strada stando vicine, forse tenendoci per mano: sembra tutto normale. Forse ho immaginato tutto?”.

Note della sognatrice: M., la ragazza che si trova con me, anche se non sono certa, è una grande amica dell’università e la casa in cui ci troviamo, specialmente il balcone, mi ricorda casa di mia nonna. Il periodo attuale della mia vita da sveglia non è particolarmente felice, come credo valga per molte altre persone: la quarantena obbligata per l’emergenza Covid-19 rende difficile immaginare cosa accadrà quando torneremo alla vita reale. Non ho progettualità e mi sento molto stanca, molto affranta dalla situazione, soprattutto perché non posso essere vicina ai miei affetti.

La spiaggia

“Mi trovo sdraiata sulla spiaggia, nella stessa spiaggia che ho frequentato per molti anni con i miei genitori. Mi sento frastornata, come se mi fossi appena svegliata da un pisolino. Guardo il telefono: non ricordo che messaggio ci trovo, ma mi alzo ed inizio a camminare. C’è qualcun altro con me, sempre qualcuno di familiare, ma davvero non so capire chi e gli dico “Andiamo a nuotare!”. Mi dirigo a passo deciso verso il molo, come se fossi guidata da qualcosa di esterno: fuori c’è il sole, ma è un sole “acido”, che brucio e il mare è calmo, ma calmo come prima di una tempesta. Sono irrequieta. Arrivo nel punto più lontano del molo, dopodiché c’è il mare aperto: in acqua ci sono i miei fratelli e alcuni loro amici di quando erano adolescenti. Mi incitano ad entrare in acqua, “Vieni a fare il bagno Nana!!”, ma non riesco, non voglio: sento che mi accadrà qualcosa di male, o forse loro stessi vogliono farmi del male. L’acqua è scura e profondissima. Non ho mai avuto paura del mare, ma adesso sono turbata profondamente. Ad un tratto mi sento piccola, come se non fossi la “io” di adesso, ma più piccola: forse ho otto anni. Sento il conforto di un abbraccio, ma non so se realmente qualcuno mi sta abbracciando”.

Note (stessa sognatrice del sogno precedente): come sopra.

Il titanic

“Nel sogno vedo la scena dall’alto come se stessi volando, quindi probabilmente vedendo me inizialmente in terza persona, sono su una nave che riconosco essere il Titanic ma è una ricostruzione moderna, è molto più piccolo e semplice. Nel sogno sono felice di notare questo particolare: infatti sono seduto al centro della nave (qui la visuale è in prima persona) e penso che mi piace il fatto che sia solida ma semplice e ben proporzionata, come se le cose importanti ed essenziali avessero questa volta avuto più importanza dell’immagine. Sulla nave ci sono io seduto al centro e mia sorella seduta a prua rivolta verso di me in una posizione più alta di me; so che c’è anche il capitano che guida la nave ma non lo vedo: sento in ogni caso che mi posso fidare che sono in buone mani. Stiamo navigando al centro dell’oceano ma allo stesso tempo le acque sono basse (forse non più di mezzo metro) e completamente trasparenti perché posso vedere chiaramente la sabbia sul fondo. L’atmosfera è estremamente serena e tutto appare calmo e tranquillo, sono leggermente infastidito dalla presenza di mia sorella perché sento che preferirei essere da solo. Ad un certo punto è proprio lei che mi indica qualcosa nell’acqua: io in effetti dalla mia posizione non posso vedere bene, e noto solo delle chiazze bianche in movimento. Così, incuriosito, mi sposto verso il lato della nave per vedere meglio e vedo che ci sono dei pesci completamente bianchi nell’acqua che si muovono formando figure simili a mandala in movimento. Rimango sorpreso da questi pesci bianchi e piuttosto grandi, qualcosa che non mi sarei aspettato in quelle acque, resto affascinato da questa armonia e bellezza di cui non comprendo razionalmente il messaggio ma sento che c’è qualcosa di profondamente intelligente nell’istinto che guida queste creature e in perfetta armonia con l’universo”.

Note del sognatore: il sogno è cosi avvolto in un’atmosfera di armonia che sembra tutto essere fantastico, ricordo la visione stessa sembra quasi surreale, la luce che immerge tutto è calda e avvolgente un paradiso terrestre.

Commento al sogno:

  • nel ridimensionamento delle proporzioni del Titanic provo un senso di soddisfazione, come nel riconoscere che c’è stata un’evoluzione verso l’essenza e sento che questo riguarda non solo me ma l’umanità intera; il Titanic reale era in effetti estremamente lussuoso e grande ma proprio la sua struttura era inadeguata per una nave cosi grande, cosi come l’assenza di abbastanza scialuppe di salvataggio;
  • il fatto che le acque siano basse mi dà una sensazione di protezione e sicurezza cosi come il poter vedere chiaramente il fondale);
  • presenza della sorella che infastidisce: non so se questo riguarda il mio rapporto con mia sorella nella realtà, o potrebbe riguardare una certa difficoltà ad entrare in contatto con la mia sfera emotiva e quindi una tensione dovuta a qualcosa che non voglio vedere;
  • credo che mia sorella rappresenti la mia parte femminile l’Anima e la posizione che occupa la rende capace di vedere ed indicarmi, so che c’è anche il capitano che guida la nave ma non lo vedo
  • il capitano: potrebbe essere l’istinto o l’inconscio stesso che guida senza essere visto?

I due pesci

“In piedi con le gambe nell’acqua fino alle cosce, accanto a qualcuno che mi mostra che ha preso un pesce, bianco, lo tiene crudamente stretto in una mano e questo si dimena dando colpi di coda a vuoto. Dopo qualche istante dalla superficie argentea del lago emerge un pesce nero identico a quello catturato, sono grossi e affusolati entrambi, diversi solo nel colore, con un salto arriva ad afferrare il pesce bianco con la bocca e tenendolo nel morso prosegue l’arco del salto, riportando il suo compagno giù nell’acqua con sé. Ho la possibilità di vedere i piccoli segni in quattro file, lasciati dai dentini dell’uno sul dorso dell’altro”.

Note della sognatrice: sogno del 26 aprile 2020.

La vasca piena di alcol

“Sono dentro ad una vasca per fare il bagno e mia mamma mi sta aiutando. Io però so che in realtà nella vasca c’è alcol e non acqua, quindi quando lei si gira io do dei gran sorsi per poi sentirla dire: “ma dobbiamo rabboccare! Cala sempre il livello!”. Io me la rido”.

Note: sognatrice, giorni pre 4 maggio 2020.

La boccetta del rosso

“Sono in casa mia, ma la stanza è molto più grande di quanto non sia nella realtà; l’arredamento si compone di oggetti e mobili che hanno popolato questa stanza negli anni, ci sono persone di cui sento la presenza (mia nonna, parenti e amici vari da epoche diverse). Sto portando delle boccette piene di colore su una superficie instabile, ed ecco che cadono. Mi chino a raccoglierle e sono quasi tutte intatte tranne la boccetta del rosso: questa rotta ma non esce il liquido. La raccolgo, e mi accorgo che ce ne è un’altra, rotta completamente, tento di raccoglierla, ma mi taglio”.

Note: sognatrice, artista, giorni pre 4 maggio.

La boccetta con il liquido ambrato

“C’è la quarantena ma sono uscita perché devo raggiungere C., un’amica. So dove devo andare, ma mi perdo letteralmente nei miei passi. Non so più trovare la strada, seguo il percorso che ho in mente, ma ad ogni svolta il panorama è inaspettato. Poi finalmente incontro C. che è con un’altra persona: indossiamo le mascherine, poi le mi dice che deve lavarsi le mani. Vediamo una porticina bianca, socchiusa. Non so perché ma so che lì c’è un lavandino. Entriamo e scopriamo che stanno inaugurando un laboratorio per corsi d’arte. Sorprese entriamo. C’è tanta gente e lo spazio si dilata sempre di più. Ci sono palestre, dove qualcuno gioca a uno strano gioco che so essere la pallavolo, poi arriviamo in una stanza dove c’è una conferenza e ci sono anche banchetti di vendita di oggetti vari. Io acquisto un’ampolla con del liquido ambrato, so che è un’essenza. Penso di regalarla a mia cugina, mi fanno un pacchetto regalo con il cellophane trasparente. Usciamo e il pacchetto mi cade. Lo guardo, l’ampolla è rotta ma il liquido non esce”.

Note (stessa sognatrice del sogno precedente): come sopra.

Ndr: la dinamica e i simboli condivisi tra i due sogni mi fanno pensare al fatto che in questo periodo, pur andando incontro a momenti di “fratture” e “rotture” (dati dall’instabilità profonda che caratterizza molti aspetti del vivere), abbiamo comunque la possibilità di accedere ad altre risorse. Nel sogno la risorsa sembra l’essere contenuti e tenuti insieme da una forza invisibile che ha effetti molto “concreti”. Quella forza di contenimento ha qualcosa di sacro, un sacro in azione, che è o un secondo contenitore invisibile, o una forza del liquido stesso che dà forma e la mantiene (una tensione interna). Penso all’aggettivo “sacro” sia perché è una forza invisibile, sia perché l’etimologia di questa parola rimanda con la radice indoeuropea sac-, sak-, sag- rimanda ad “attaccare”, “aderire”, “avvincere”, da cui il senso di “cosa avvinta dalla divinità” (da etimo.it).

Per l’approfondimento dei significati dei colori consiglio vivamente la lettura del bellissimo testo “Il simbolismo dei colori” di Claudio Widmann, Edizioni Magi, 2010.