Alte potenze, basse potenze…

TERZA PARTE DELL’INTERVISTA A RENATA CALIERI

Alte potenzebasse potenze… cosa conta di più e cosa è maggiormente efficace sull’organismo vivente? Una sostanza poco potentizzata, o una non-sostanza molto dinamizzata? E’ più efficace la concentrazione massiccia, o la non-concentrazione (cioè la diluizione infinitesimale) di una sostanza medicamentosa?

Renata Calieri

Renata Calieri continua la sua dissertazione usando la metafora di un ritratto (individualità) fatto col pennello: con un pennello grosso (basse potenze) non possono che realizzarsi i tratti somatici più grossolani, ma se si vogliono inserire dettagli e particolari, affinché in quel ritratto sia riconoscibile il modello, allora occorre utilizzare pennelli sempre più fini (le alte potenze, più incisive, più precise, più personalizzate). Questo è la “potenza omeopatica”.

Hahnemann

Hahnemann, scopritore dell’Omeopatia, c’insegna che se la Forza Vitale, che ci mantiene in vita, che tutto governa e tutto ripara, è un’entità immateriale, allora anche ciò che l’aiuta a ripararsi e a ristabilirsi dev’essere per forza altrettanto immateriale. Sono la curiosità e l’interesse all’indagine scientifica, o le domande che si fa quotidianamente il Professionista della Salute nella clinica di tutti i giorni, quelle che spingono un Medico, un Veterinario, o un Farmacista ad attingere a questa fonte di conoscenza altra, con l’iscrizione a Scuole professionalizzanti in Omeopatia. Chiudiamo qui questa chiacchierata con una citazione del Prof. Emilio Del Giudice: “Noi siamo una soluzione diluita e fatti di molecole d’acqua che si muovono a mo’ di danza (Jazz quantistico) con improvvisazione e reazione spontanea, istante per istante.