I cristalli del grano – intervista al prof. Giovanni Dinelli

DI LAURA COSTA E ROBERTO RISI

C’era una volta un seme di grano che dal dormire, grazie all’acqua, si risvegliò. Nel suo ridestarsi rilasciò all’acqua i suoi sogni, le sue immagini interiori, le informazioni più intime. E chiese all’acqua di tenerne memoria. ” E’ così brava a farlo! ” pensò il seme. Questa consegna giunse alla mente di un uomo che si incuriosì. “Cosa racconta il seme all’acqua che lo risveglia? ” Lui già sapeva che ogni varietà di grano ha la sua voce. Aveva ascoltato come il vento, facendo vibrare le spighe, le facesse cantare in modi diversi. Ora voleva conoscere i sogni dei vari semi. Incominciò quindi a cercare il modo di interrogare l’acqua. Ovviamente tutto doveva essere molto scientifico, lui è uno scienziato. Grazie alle sue provette, ai suoi microscopi e misuratori scoprì che quei sogni diventavano a contatto con l’acqua dei meravigliosi cristalli.

Tornare alle vecchie sapienze

L’uomo della nostra storia si chiama Giovanni Dinelli, professore ordinario del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. Illuminatosi sulla Via di Damasco, come gli piace dire, è passato dall’essere un fervente sostenitore dell’uso della chimica in agricoltura, allo studio della coltivazione ecologica a basso impatto. Il suo profondo desiderio è quello di far comprendere come sia importante rispettare le dinamiche naturali. Nella ricerca ostinata della forma, della resa e della produttività, l’uomo ha perso di vista l’essenza, il principio e il valore. I nuovi grani hanno rese altissime, ma necessitano di tanti prodotti chimici. Spesso provocano intolleranze alimentari in costante aumento. Per questo si sta creando una richiesta crescente di cereali antichi. E’ ora di ritornare alle antiche sapienze. Ce lo chiede il nostro corpo, ce lo chiede la Natura.

Anche l’acqua lo conferma

Anche l’acqua ce lo dice. Gli esperimenti del professor Giovanni Dinelli, della professoressa Lucietta Betti e dello staff ne danno un’idea. I cristalli d’acqua, da loro rilevati, raccontano storie molto interessanti. I semi, prima di germogliare, rilasciano nell’acqua delle informazioni che si possono vedere attraverso un particolare microscopio. Il seme lascia una sua specifica impronta nell’acqua, un cristallo che sembra essere una vera e propria opere d’arte. Ogni specie di grano ne ha uno. Guardandoli, viene spontanea una considerazione. I grani antichi lasciano un’impronta definita e armonica, quelli moderni un’impronta confusa e incompleta.

Ora vi lasciamo alla video intervista a cui hanno partecipato Alessandra Montanari e Renata Calieri.